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domenica 12 gennaio 2014

Il Toro non mangia la Fiorentina

Bel punto per i granata contro una buona Fiorentina, l’impressione è che con Immobile e Rossi la partita sarebbe finita ugualmente in parità ma con dei gol, però con i se e con i ma non si fa la storia e quindi all’ultima giornata del girone di andata è arrivato il primo pareggio a reti bianche per la compagine di Ventura.

I granata soprattutto nel primo tempo hanno faticato e non poco nella fase di non possesso palla, i viola infatti hanno costruito diverse palle gol che non hanno finalizzato per poco, Padelli ci ha messo del suo solo sulla punizione di Mati Fernandez, mentre le altre occasioni non sono andate a segno per errori di mira dei viola che oggi fortunatamente sono andati in bianco come la maglia che indossavano.

I granata, come era nella logica delle cose, hanno agito di rimessa e le loro occasioni le hanno avute soprattutto nella ripresa dove sono andati molto vicini alla marcatura in tre occasioni; molto difficile da realizzare quella di Meggiorini che ha già fatto tanto a deviare il tiro di Cerci, Cerci che precedentemente si era visto parare il tiro al termine di un contropiede dove Barreto avrebbe fatto meglio a servire Farnerud sulla destra e infine quella di Barreto che ha concluso bene un contropiede con un tiro deviato da Neto che solo il caso ha voluto che finisse tra i piedi di Savic e non tra quelli di Farnerud solodavanti alla porta vuota; questa quindi per me è stata l’occasione nella quale i granata possono recriminare. Però, come dicevamo prima, tante sono state le occasioni per i viola finite fuori di un niente e pertanto il pareggio appare giusto; come occasioni quindi un tempo per squadra anche se il pallino del gioco è stato più spesso in mano alla squadra di Montella.

Il Torino quindi, come contro la Roma e l’Inter, è riuscito ad impattare contro una grande non sfigurando nemmeno sul piano del gioco. I black out in questo girone di andata ci sono stati solo col Napoli e nel derby dove i granata hanno perso senza mai riuscire ad entrare in partita anche se a loro parziale discolpa c’è da ricordare che i gol sono venuti grazie ad errori arbitrali.

Nella partita di oggi c’è stata una buona prova soprattutto degli esterni Darmian, oramai una certezza, e Pasquale che è apparso più concentrato del solito in fase difensiva cadendo nell’errore solamente in occasione di un cross nel secondo tempo in fase offensiva.

C’era curiosità anche per la prova di Gazzi e Barreto che da tanto tempo non scendevano in campo nell’undici titolare e i due pupilli di Ventura hanno risposto positivamente come se avessero sempre giocato. Questa è la dimostrazione che tutto il gruppo è consapevole delle strategie e conosce bene quello che c’è da fare in campo.

Commentare le partite dei granata diversamente agli anni pre Ventura è diventato più semplice perché la squadra ha una sua identità e difficilmente ci sono situazioni che la sorprendono o la mettono in difficoltà. Certo non sempre le scelte del mister sono comprensibili e incontrano il volere dei tifosi che vorrebbero vedere in campo i giocatori più simpatici o i giovani della primavera; ma il mister manda in campo i giocatori quando è sicuro che questi possono giocare come vuole lui, l’esempio di Maksimovic è eclatante, tanta panchina per il serbo che poi da quando è entrato non ha più lasciato la formazione titolare.

Se abbiamo concluso il girone di andata al settimo posto con 26 punti, più vicini alla zona europa che alla zona retrocessione il merito va al lavoro che viene fatto sul campo dallo staff tecnico e dai giocatori presenti in rosa.

Ora inizia il girone di ritorno, le prime due partite sono abbordabili, andare a San Siro a inizio febbraio davanti al Milan (unica italiana rimasta in Champions) in classifica sarebbe motivo di orgoglio come motivo di orgoglio ancora più grande sarebbe uscire da San Siro ancora davanti al Milan.